- Trama
- Incipit
(età 11+)
Trieste è una città speciale, al confine di tutto, carica di Storia e storie e crocevia di diverse culture. I suoi angoli racchiudono misteri e leggende e Fausto Crea, studioso eccentrico, gattaro e grande collezionista di libri rari, cerca di risolverli e di scoprirne sempre di nuovi. Da anni è in competizione con Bruno Staffel, un collega rivale con cui si sfida in cacce al mistero sempre più complicate. L’unico premio è continuare un’infinita partita a scacchi che dura da qualche lustro. A cambiare gli equilibri sarà Arcangela, una ragazzina di 13 anni, nuova vicina di casa dell’anziano Fausto. Arcangela è molto alta e molto secca, d’indole solitaria, con una madre sempre impegnata con i due gemelli troppo piccoli e un padre sempre assente che di mestiere fa il “Funzionario”, ma non si sa di chi e per cosa e di fatto è avvolto nel mistero. Arcangela negli anni ha trovato rifugio nei libri, e in particolare ha una passione sfrenata per quelli che trattano di animali. Lei e Fausto diventeranno prima amici, poi mentore e allieva e infine complici quando Fausto le chiederà di partecipare alla sfida contro Bruno Staffel. Sembra tutto bello ed eccitante, scoprire la Trieste segreta è meraviglioso, finché un giorno, senza alcuna spiegazione, Fausto Crea viene rapito sotto gli occhi della ragazza da figure incappucciate vestite da soldati asburgici, e la gioia lascia il posto alla disperazione. Tutto sembra precipitare e ad Arcangela non resterà che chiedere aiuto proprio al perfido Staffel, l’unico che conosce bene i segreti della città e quelli di Fausto. Le carte in tavola si ribaltano, il gioco ricomincia e diventa molto pericoloso. Arcangela e Bruno Staffel dovranno mettere da parte timori e diffidenza reciproca e diventare alleati per cercare di salvare Fausto Crea da un destino terribile, in una lotta contro il tempo che vedrà coinvolti nostalgici dell’impero, trafficanti d’opere d’arte, pazzi visionari.
È straordinario rendersi conto di quali e quante cose si possano vedere in un luogo chiuso e proibito alla luce. Basta avere il tempo come alleato, perché al resto ci pensano corpo e sensi che inesorabili reagiscono adeguandosi alle situazioni. Ci si abitua anche a stare accucciati su un sacco a pelo lercio, con le mani legate dietro la schiena. Quando il dolore alle articolazioni diventa la condizione costante scatta l’adattamento, la soglia del dolore sale e, dopo un po’, polsi e braccia smettono di far male. Il professor Fausto Pietro Crea ormai non si ricordava da quanto fosse rinchiuso. Senza particolari punti di riferimento aveva perso quasi subito la cognizione delle fasi del giorno. In quel luogo di prigionia non c’era niente che gli potesse fornire un appiglio per capire se fosse mattina o notte. Pochi i rumori, pochi gli odori e comunque tenui. Tutto sembrava minimo e ovattato come se fosse stato sottoposto a un trattamento preventivo di totale appiattimento sensoriale. Viveva un eterno presente asettico.