- Trama
- Incipit
(età 12+)
C’è un rito di iniziazione per essere accettato dal gruppo. Il Cobra, capo indiscusso di una gang di minorenni, è stato chiaro ed Elia non può tirarsi indietro. Deve saltare di notte sul balcone di un’anziana donna che vive sola e terrorizzarla fino al punto che la mattina dopo la polizia troverà il suo corpo ai piedi del letto, senza vita. La polizia e la stampa concentrano l’attenzione sul branco di ragazzini e ragazzine che da un po’ effettuano raid di guerriglia urbana, insultando, spaventando e aggredendo. Il padre di Elia non sospetta minimamente che il figlio faccia parte della gang. Ad aprirgli gli occhi sui contrasti interiori che il ragazzo sta vivendo, è un professore un po’ attempato che cerca di comprendere ciò che Elia sta attraversando: da una parte il desiderio di essere accettato dal gruppo di coetanei e dall’altra la paura e l’angoscia per la morte dell’anziana donna di cui si sente responsabile. Ma Elia non è solo e nella difficoltà del momento trova nell’amore per Futura un’ancora a cui aggrapparsi e nell’amicizia con il “baka” una spalla per condividere un segreto difficile da custodire.
La vecchia è schiattata.
Al Cobra dispiace, quasi. Era l’unica che dava soddisfazione, l’unica a cui leggevi la paura negli occhi. Il terrore.
Gli altri nel condominio chiamano la pula che non arriva mai in tempo e alla fine si fanno giustizia da soli, lanciando dai balconi bottiglie di vetro piene d’acqua, che i cocci sono ancora lì in cortile. Sono lì pure quelli delle birre che lui e i suoi amici tracannano. Tutto grazie a quel baka che ha già diciotto anni ma il cervello di un bambino e che gliele compra senza fiatare. Gliele regala per non essere menato. Il baka già una volta ha provato che cosa vuole dire essere menato da loro e adesso sta bene attento a rigare dritto.
Ma la vecchia è sempre stata una capace di dare soddisfazione. Una che se la faceva addosso sul serio, sai che sballo saltarle sul balconcino al primo piano, puzzolente di candeggina, sempre lustro da far vomitare. E infatti le hanno anche vomitato su quel balconcino, le hanno sboccato tutta la birra che avevano buttato giù prima.
E lei, la vecchia, ha provato a protestare: imitare quella sua vocetta da gallina sgozzata da quel momento è una delle mosse più divertenti per scaldare l’ambiente, stimola il gruppo a nuove azioni.
Per la vecchia loro erano solo un incubo.