- Trama
- Incipit
(età 10+)
Martino ha tredici anni, una madre iperprotettiva, un padre complicato e un affettuoso meticcio con barba e ciglia folte. Con Rumo si sente protetto, specialmente da quando avverte una strana presenza che lo segue. Non si ricorda esattamente quando è iniziato, forse addirittura l’ultimo anno delle elementari o forse prima ancora. In ogni caso ormai la sente ovunque vada. Anche se è mezzo sordo. Contemporaneamente in paese i cani iniziano a suicidarsi dallo storico ponte romano che tutti chiamano Ponte del Diavolo. Non c’è modo di prevedere quando e a chi accadrà. Non ci sono connessioni, razze più colpite di altre, tantomeno spiegazioni. Martino e l’amica Serena sono gli unici a indagare. Sfidano l’indifferenza e il pregiudizio degli adulti, e inorridiscono quando il colpevole appare davanti ai loro occhi: una creatura infernale che somiglia a un mastino nero. Lo Sfregiato.
Martino è sovrastato dai timori. Un ragazzo come lui, mai andato lontano senza genitori, senza sostegno, come può affrontare una simile bestia? Eppure deve farlo: per salvare Rumo e se stesso dalle grinfie dell’oscurità. Ma anche per trovare il proprio posto nel mondo e liberarsi finalmente di ogni “mostruoso” timore.
Martino ha chiesto un cane per due motivi: primo, uscire di casa almeno tre volte al giorno e, secondo, fare colpo su Serena che conosce tutti ma non lui, anche se frequentano entrambi la stessa scuola. Ovviamente ha una versione ufficiale per i suoi genitori, ovvero iniziare a responsabilizzarsi. Quale modo migliore, che promettere di occuparsi di Rumo, un affettuoso meticcio con barba e ciglia folte?
In realtà, tutto comincia da sua mamma Alma, più che una madre un concentrato di tante cose: cuoca, lavatrice, andiamo alla visita, ubbidisci, copriti bene che fa freddo, non correre che sudi e ricordati di mettere in carica le protesi acustiche altrimenti sai come finisce. Esatto: iper- protettiva ai massimi livelli. Suo padre Alberto, invece, è più un tipo da faccio tardi a lavoro, decidi tu, mi fido, non ho tempo per i colloqui a scuola e a-mio-figlio-non- manca-proprio-niente!
Quando dice così, per sfuggire ai litigi che si scatenano tra i due genitori, Martino porta Rumo a fare i bisogni il più lontano possibile. Perché quando i suoi litigano, lui vede solo bocche aperte, occhi sgranati e mani feroci che affettano l’aria. Meglio cambiare aria.
Eppure, con il tempo, i motivi sbagliati che lo hanno spinto a chiedere un cane si sono trasformati in altro. Perché Rumo è un amico fedele, non si tira mai indietro; basta un’occhiata per farlo scattare e un fischio per richiamarlo; se qualcuno si avvicina troppo, ringhia minaccioso e, in cambio, chiede solo cibo e carezze.
In poche parole: Martino ha imparato a volergli bene.
E con lui si sente protetto, specialmente da quando avverte una strana presenza che lo segue.