- Trama
- Incipit
(età 11 +)
Il padre di Michelangelo (Mongi) compra a un’asta online un vecchio cabinato che dovrà diventare il suo ufficio e la casa estiva, sogno del figlio. Non l’ha ancora messa in acqua che qualcuno chiama per sapere se sono interessati a venderla. È durante i lavori di ripristino che Mongi trova, nascosto in una cabina, un manoscritto in cui si parla del tesoro di Berenson. Scopre presto che a scriverlo era stata proprio la precedente proprietaria della barca, Carlotta Alessandrini, una stimata antiquaria, uccisa una notte a bordo e il cui assassino non è mai stato trovato. Tocca a lui ora fare luce sul mistero e soprattutto capire che fine ha fatto il tesoro, una serie di opere d’arte trafugate dai nazisti durante la guerra. L’indagine non è affatto semplice e a complicare le cose è la presenza, invisibile ma costante, di un uomo sconosciuto che sembra aspettare l’occasione giusta per riprendersi quello che ritiene sia suo.
Michelangelo non ha chiuso occhio tutta la notte, troppo agitato e impaziente per quello che deve accadere. Dall’alba è alla finestra che osserva il risveglio del mondo, mentre il suo cane Bullo ancora ronfa beato sul letto. Ama passare l’estate qui, a casa dei nonni , dove vive anche suo padre, da quando i suoi genitori si sono separati, invece che in città dalla mamma. La casa è circondata da enormi lecci, proprio davanti alla darsena di famiglia, che il nonno ha fondato negli anni Sessanta, strappando la terra al fiume Magra. Il porticciolo ha un grande bacino centrale di ormeggio, protetto da argini costellati da salici rigogliosi, e ai lati, tre canali che convogliano le acque di piena invernale e la disperdono nei campi circostanti. C’è un bar ristorante, un grande piazzale ricoperto di ghiaia dove tirano le barche in secca, e un’officina.