- Trama
- Incipit
(età 12+)
Sembra che ormai niente sia destinato a essere facile per Suzi. Prima la pietà di insegnanti e personale scolastico per la perdita della madre, poi l’arresto del padre, implicato in una storia di tangenti, infine la derisione dei compagni. Il dolore di Suzi, la solitudine, la fatica di adattarsi a un luogo in cui non si riconosce, si trasformano rapidamente in odio e desiderio di farla finita. Ma non da sola: devono pagarla anche e soprattutto i suoi compagni. Suzi deve solo studiare bene come e a chi far provare tutto il suo dolore e tutta la sua paura. Ma non ha fatto i conti con Isabella, la nuova bidella del suo piano. È giovane, carina e ha la passione del giardinaggio. Sembra una persona felice in maniera sincera. Fin dai primi giorni di scuola, Isabella le offre un riparo quando ha bisogno di stare sola, una difesa dalle attenzioni esagerate dei compagni, una scusa per rientrare più tardi alla casa famiglia. Suzi però non può permettere che Isabella penetri la sua corazza, finendo per ostacolare il suo piano. Così, presto, si allontana anche da quest’unica occasione di libertà. Il vortice di rabbia e dolore in cui è precipitata la sta isolando da tutto, in una spirale destinata a portarla verso un epilogo che potrebbe segnarla per sempre.
Quelli di là sono già in piedi. Perfino la depressa. Di solito la devi tirare su a calci. Oggi è stata la prima. L’ho sentita alle sei. Meno male che è rientrata subito in stanza. Magari non voleva incontrare l’altra, la cozza assurda sempre di buon umore. Con quella non devi mai parlare, altrimenti non ti molla più. L’ultima volta che ci sono cascata me la sono dovuta scrostare di dosso infilandomi in bagno. Dopo un’ora è venuto a cercarmi Mattia, credeva che stessi male. Capirai. Come se gliene fregasse qualcosa. Ma intanto mi ha fatto uscire e poi mi ha portato con sé in uno dei suoi giri per riflettere insieme su come sto. Come sto? Di merda, ecco come sto!
«Riesci a spiegarmi cosa significa di merda con degli esempi? Così magari smetti di usare solo parole così aggressive…»
Ecco, lo sapevo che avrebbe cominciato. Cerca di stare nella tua emozione, osservala, conoscila, raccontala così che ti possa parlare anche lei… è questo che dice ogni volta. Come se “stare di merda” fosse un piacere da conoscere sempre meglio, e soprattutto da condividere con qualcuno.