- Trama
- Incipit
(età 13+)
Dall’alto della collina, un uomo scorge la persona incaricata di sorvegliare l’ingresso della galleria ferroviaria. Dopo averlo raggiunto, si accorge che il segnalatore sembra non essere a proprio agio: ha il dubbio di averlo già visto, proprio davanti all’entrata della galleria. Il narratore lo rassicura, dicendogli di non essere mai stato lì prima e, il giorno dopo, torna a fargli visita. E’ allora che il segnalatore gli confessa di essere perseguitato dai fantasmi: ogni volta che ne vede uno, capita qualcosa di terribile nel tratto di ferrovia dove lavora. E adesso è ancora più turbato poiché sospetta che stia per accadere di nuovo, senza che lui possa fare qualcosa per impedirlo. Il narratore stenta a credergli: esiste davvero una connessione tra quelle inquietanti apparizioni e gli incidenti che si sono verificati nel corso di quei mesi? Oppure si tratta solo di allucinazioni? Passo dopo passo, Dickens trascina il lettore in un tunnel sempre più buio: il protagonista riuscirà a trovare la luce?
«Hei, là sotto!»
Quando sentì una voce che lo chiamava in quel modo, era in piedi davanti alla porta del suo casotto con una bandiera in mano, arrotolata intorno alla sua corta asta. Si sarebbe pensato, vista la natura del terreno, che l’uomo non avrebbe potuto dubitare da che parte provenisse la voce ma, invece di alzare lo sguardo verso il punto in cui mi trovavo, in cima al ripido fossato quasi sopra alla sua testa, si girò e guardò giù verso la ferrovia. C’era qualcosa di notevole nel suo modo di fare, anche se non avrei saputo dire cosa. Ma so che era abbastanza strano da attirare la mia attenzione, la sua figura era in scorcio e in ombra, giù nel fossato profondo, e la mia era in alto sopra di lui, così immersa nel bagliore di un tramonto infuocato, tanto che mi ero già coperto gli occhi con la mano prima di vederlo del tutto.
«Hei, là sotto!»
Smise di osservare la ferrovia, si girò di nuovo e, alzando gli occhi, vide la mia figura in alto sopra di lui.
«C’è una strada per cui posso scendere e parlarti?»
Lui mi guardò in alto senza rispondere, e io lo guardai in basso senza incalzarlo troppo presto con la ripetizione della mia vana domanda. Proprio in quel momento si sentì una vaga vibrazione nella terra e nell’aria, che si trasformò rapidamente in una pulsazione violenta e in un impeto imminente che mi fece indietreggiare, come se avesse la forza di trascinarmi giù. Quando il vapore che si era sollevato fino alla mia altezza a causa del treno rapido mi superò, svanendo nel paesaggio, guardai di nuovo giù e lo vidi riavvolgere la bandiera che aveva mostrato mentre il treno passava.