- Trama
- Incipit
(età 13+)
Il quindicenne Daniel esce regolarmente di testa. Suo padre ha abbandonato già da anni la famiglia e sua madre porta sempre nuovi fidanzati a casa. Quello nuovo, veterinario di professione, ha soppresso il suo cane, l’ultimo regalo che il padre gli aveva fatto prima di andarsene. Una perdita che lo segna profondamente, scatenando in lui violenti attacchi di rabbia. Rabbia che riversa sul nuovo compagno della madre che però sembra simpatico, anche se Daniel vorrebbe negarlo. Tutto cambia quando una sera, dopo una festa, il fratello di Alina, la bellissima Princess Evil, viene investito e lasciato morto sul ciglio della strada. La ragazza chiede aiuto proprio a Daniel che, da quel momento, si mette alla ricerca del colpevole, convinto che si tratti del veterinario. Ma può contare sui propri ricordi di quella notte oppure rispecchiano soltanto quello che vorrebbe? Rabbia, lutto, amicizia, gelosia, relazioni difficili e amore per un’avvincente storia famigliare che vi catturerà fin dalle prime pagine.
Dopo avermi ucciso il cane, il tizio invita mia madre fuori a cena a mangiare sushi.
«Io non so niente di lei» dice mia madre. «Inoltre, ha appena ucciso un animale. Si può andare al ristorante in una giornata del genere?» incrociando le braccia, conclude: «Per mangiare pesce crudo?».
Il doc non si fa intimorire.
«Uccido tanti animali» afferma con voce talmente profonda che sento rimbombare le sue parole nello stomaco. «È il mio lavoro.» Nel frattempo, rimette a posto con disinvoltura i suoi strumenti del mestiere. «Se fosse così, non potrei mai più mangiare.»
Mia madre osserva le sue mani. È da questo che capisco quando è interessata. Non le importa tanto dei volti, ma le mani degli uomini devono essere grandi, e pulite. Nelle grandi mani del doc ci sta l’intera testa del mio cane morto.
«Oltretutto, ho fatto un piacere al cane» aggiunge lui ora.
Mia madre si accarezza i capelli. È molto interessata. Forse perché è medico, anche se soltanto per animali.
Un medico non lo abbiamo ancora avuto. Di solito sono artigiani, oppure tizi in giacca e cravatta che vendono qualcosa.
“Thomas König, veterinario” c’è scritto sopra una targhetta affissa alla porta d’ingresso.
“Thomas König, assassino di cani”, penso.