- Trama
- Incipit
(età 11+)
Sono sensazioni strane quelle che Caroline prova ogni volta che accompagna la nonna al cimitero per trovare il nonno. Le sembra di udire le voci dei bambini morti, di sentire addirittura il loro contatto sulla pelle. Quando la mamma decide di trasferirsi la scelta cade su una bella casa al numero 13, di un quartiere periferico, alle spalle del vecchio cimitero abbandonato. Nella nuova scuola stringe amicizia con Ruth e Eddie, un tipo solitario con la fissa per gli alieni e le storie horror. Intanto, di notte, i sogni che arrivano sembrano turbarla sempre di più: sono soprattutto bambini che non conosce e che vogliono qualcosa che lei non riesce a capire. E se non fossero sogni ma messaggi dall’oltretomba?
Non resta che andare a curiosare proprio nel vecchio cimitero, accompagnata da Eddie, e ancora una volta le sensazioni si ripresentano. Il trasferimento della famiglia in una città più piccola non cambia le cose. Strani episodi e l’inquietante incontro con un uomo confermano a Caroline la sua capacità di percepire l’invisibile. Soprattutto le richieste di aiuto da parte di tre ragazze scomparse anni addietro. Caroline inizia a indagare partendo dagli archivi del giornale locale in cui si sospetta l’esistenza di un serial killer. Man mano procede nelle ricerche la terribile verità viene a galla e il colpevole scoperto.
«Nonna, sei tu che mi hai toccato?»
«No cara, non vedi che sto cambiando i fiori sulla tomba del nonno?»
Caroline si guardò in giro: non c’era nessuno, se non un paio di visitatori nei pressi di una tomba distante qualche metro. Nonna Katherine era a pochi passi da lei, china sulla lapide bianca del marito, scomparso due anni prima. Ogni settimana andava a fargli visita, voleva ci fossero sempre fiori freschi. Il ricordo di lui era ancora vivo: a casa, in salotto, teneva una sorta di altarino con le sue fotografie; loro due il giorno delle nozze, con le figlie piccole, già avanti con gli anni durante i loro viaggi. Ma era lì, al cimitero, che riusciva a sentirlo più presente. Ogni tanto portava con sé la nipote Caroline, una bambina di otto anni dai lunghi capelli castani che le scende- vano lievemente mossi sulle spalle, gote accese sull’ovale perfetto del viso e intensi occhi verdi che brillavano. E su quel viso la bambina aveva sentito il brivido di una carezza leggera, come un soffio di vento che si era posato sulla sua pelle. Tornò a fissare la fotografia del bambino che le sorrideva.