UNA LUNGHISSIMA NOTTE

€16,00 - 144 pagineISBN 9788832790146
  • Trama
  • Incipit

(età 11+)

Nilla ha 12 anni e tornando da scuola trova la villetta a schiera in cui vive vuota. Il padre è lontano per lavoro, sua sorella è in Nuova Zelanda per un anno di studio e sua madre non c’è. Anche Gullo, il cane, non si vede. Quando il buio arriva, sua madre non compare e al cellulare non risponde. Con una scusa prova a interrogare la vicina che la rassicura. Non appena rientra in cucina, salta la luce. Il contatore è in cantina e in Nilla cresce sempre di più la paura e il timore per sua madre. Le case intorno sono vuote e buie, i vicini sono usciti. La linea fissa del telefono è fuori uso. Si barrica allora in una stanza, quando sente abbaiare un cane. Gullo è tornato e sembra inseguire qualcuno a ridosso del capanno degli attrezzi. La scoperta del cadavere di una donna la spinge ad andare a piedi alla caserma dei carabinieri. L’unico posto ora dove andare è la casa della nonna, ma Nilla non smetterà di indagare finché il colpevole verrà trovato e la mamma tornerà a casa, dopo una lunghissima notte.

 

Una mattina perfetta, ecco che cos’era stata. Una di quelle da segnare sul calendario. Che poi, Nilla, un segno sul diario di scuola lo aveva già messo. Un punto esclamativo di traverso alla pagina, con un bel girotondo di evidenziatore intorno. Era stato a metà della quarta ora, quando la prof di storia, la famigerata Marinella Martinelli, l’aveva chiamata alla cattedra per interrogarla. E lei, Nilla, aveva risposto chiaramente: «Mi rifiuto di venire». «Posso sapere perché?» aveva chiesto la prof con una calma ingannevole. «Perché lei non ci ha ancora consegnato la verifica della scorsa settimana.» «Che cosa c’entra?» aveva risposto la prof, che era stata punta sul vivo ma cercava di parare il colpo con un’indifferenza ben poco credibile. Era evidente a tutti che fosse arrossita e che una palpebra le vibrasse.  «Non so se la mia preparazione è stata ritenuta adeguata e, in mancanza di questo dato, non so se posso sentirmi pronta per affrontare l’interrogazione.» «Cioè, non hai studiato?» sibilò la prof. Era stato allora che le era venuta la grande risposta.

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