USCITA DI SICUREZZA

€16,00 - 224 pagineISBN 9788832790238
  • Trama
  • Incipit

(età 10+)

Sasha, un ragazzo autistico, sparisce durante una gita di famiglia e solo i suoi amici Luca e Charlie sono convinti che sia un rapimento. Il giorno precedente era stato rubato un libro a fumetti sulle bizzarre vicende di una famiglia nobile italiana e questo fatto, per i due ragazzi, sembra avere un nesso con la sparizione del loro caro amico Sasha. Cominciano così ad indagare, certi di essere gli unici a saperlo in pericolo. Il custode del campo sportivo, col suo inseparabile furetto, si offre di aiutarli nell’impresa, che diventa più complicata quando anche il padre di Sasha scompare. Solo dopo essere caduti in una trappola nel bosco, aver rischiato di annegare, aver smascherato una banda di imbroglioni, girato in sidecar con un’ottantenne, raggiunto l’Italia a bordo di un pullman di turchi e aver minacciato un uomo puntandogli una pistola carica, gli amici risolveranno il mistero che ha portato ai rapimenti. La soluzione di un enigma grafico, nascosto fra le pagine del libro di fumetti, porterà i ragazzi a trovare un tesoro artistico di inestimabile valore, ben celato dai segreti del tempo e di una guerra lontana. Alla fine Sasha sarà libero non solo dai suoi aguzzini, ma anche dalla prigionia comunicativa a cui era costretto da tanto tempo.

La fiera era cominciata qualche giorno prima dello spiacevole incontro fra la mia scarpa e la puzzolente massa organica: si festeggiava un gemellaggio Cornovaglia-Italia che da mesi era in cima ai pensieri di ogni abitante della mia cittadina. Improvvisamente Fowerro si era trasformata: dal molo alla cima del promontorio, la città era uno straripare di bancarelle che vendevano l’impossibile, chioschi gastronomici pieni di appetitoso cibo italiano, sale per vedere film gratis, un grande palco per concerti e addirittura un piccolo luna park. Anche il porticciolo si era trasformato per l’occasione: adornato con file di lampadine colorate e tavolini vista mare. Sembrava quasi di essere in Grecia. E poi c’era un fiume di gente. Mai viste tante persone in strada, facce nuove che riempivano gli occhi di colori e l’aria di un vociare divertito e gaudente, quello tipico degli italiani. Tutto mi metteva di buon umore. Era proprio una fortuna che mia madre, che di solito mi tiene al guinzaglio come se fossi un bambino di due anni, fosse così occupata. Speravo davvero che, impegnata in mille appuntamenti istituzionali, per tre giorni si sarebbe dimenticata di avere un figlio.

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