LABORATORI SUL GIALLO – I VINCITORI

Un percorso di lettura e scrittura del genere giallo con i ragazzi e le ragazze della I E dell’Istituto L. Majno di  Milano.

Riscrittura del finale del romanzo:

Lunamadre di Teo Benedetti

Classe I media E  – Istituto L. Majno – Milano

Gabriele Barbato, Davide Polli, Mattia Roviglioni

Tutto a un tratto la fessura si illuminò di una luce divina. I ragazzi, spaventati, balzarono di colpo indietro. Era appena scattata la mezzanotte, avevano tempo solo fino all’alba prima che Lorenzo morisse ucciso dalla strega. Maria decise perciò di entrare nella fessura che nel frattempo si era allargata, lasciando Carlo e Filippo di guardia. Ad aspettarla c’era una splendida dea che disse a Maria: “Maria io ti voglio aiutare a sconfiggere la strega, ma per farlo mi dovrai prestarmi il tuo medaglione”. Maria in preda alla disperazione per le condizioni di Lorenzo accettò.
Mentre il medaglione stava per passare dalle sue mani a quelle della dea Maria scorse un verme bianco tra i denti dell’essere misterioso. A quella vista inorridì, ma non si scompose, per questo tirò indietro il medaglione e disse: “Io non mi fido di te, dimostrami che non sei una strega”.
I denti della dea a quel punto iniziarono ad allungarsi, i vestiti a strapparsi e gli occhi a unirsi per formare un ovale al centro della fronte. Maria capì subito che era in pericolo, perciò dovette tornare indietro. Uscita dalla fessura trovò Carlo e Filippo che la aspettavano.
“Cosa hai visto? Perché sei così spaventata?”
“Dobbiamo scappare, vi racconterò tutto quando saremo al sicuro”.
I tre ragazzi cominciarono a correre e dopo mezz’ora trovarono una vecchia casa sull’albero e vi si rifugiarono. Maria, dopo aver raccontato tutto, si accorse di un baule e lo aprì. Dentro trovò una spada e un messaggio: Questa spada ucciderà la strega.
Maria provò a far vedere la spada a Filippo e a Carlo, ma non ci riuscì. Allora capì la vera funzione del medaglione e propose di ritornare alla fessura anche perché era quasi l’alba. La strega li stava aspettando e riuscì per questo a coglierli di sorpresa. A un tratto un fulmine squarciò le tenebre e colpì la spada. Questa, carica di energia, diede carica sia alla spada che a Maria. Così riuscì a parare i colpi della strega, a schivarli e rimandarli indietro. Arrivando molto vicino alla strega la spada lanciò un fascio di luce che la colpì in pieno. Essa iniziò a polverizzarsi, le urla erano disumane. La strega iniziò a lanciare la stessa maledizione di 107 anni prima, ma non riuscì a concluderla in tempo. Maria, stremata, cadde al suolo, quando si svegliò era a casa sua, circondata dai suoi amici che appena la videro muoversi scoppiarono a piangere di gioia.
La giornata si concluse al mare. Mentre giocavano il gruppo di amici scorse in cielo una nuvola a forma di verme…