LABORATORI SUL GIALLO – I VINCITORI

Un percorso di lettura e scrittura del genere giallo con i ragazzi e le ragazze della 1B della scuola secondaria di I grado Convitto Longone di Milano.

Riscrittura del finale del romanzo:

La vendetta del bosco di Teo Benedetti

Classe I media B  – Convitto Longone – Milano

Alessandro  Mancinelli

Dopo la fuga si trovarono tutti al grande albero sani e salvi. Enrico, però, pieno d’ira, si spedì nel bosco con una motosega, dei fiammiferi e un accendino, pronto a distruggere tutto. Arianna e Pietro cercarono di fermarlo ricordandogli che la Natura, essendo essenziale per la vita, non deve essere danneggiata, ma lui non li ascoltò e si diresse all’interno della boscaglia come un toro inferocito.
Accese la motosega, ma, prima che facesse guai, il Guardiano lo fermò con i rami di una quercia enorme. Enrico, in pochissimo tempo, si sentì avvolto e stritolato come una preda bloccata da un serpente. A quel punto l’uomo esclamò:
“Ho paura, ti prego, non mi uccidere!” e il Guardiano rispose: “Secondo te noi cosa proviamo ogni volta che voi umani venite con accetta e altri aggeggi? Paura! Proprio come la stai provando tu adesso”.
Dopo queste parole i rami raddoppiarono e aumentarono la forza con la quale avvolgevano Enrico. Gli alberi fecero una specie di cupola intorno all’uomo, che diventò una statua perché tutte le schifezze gettate a terra precedentemente gli si attaccarono addosso uccidendolo. Così lui rimase all’interno del bosco per sempre, mentre gli altri che stavano con Enrico se ne andarono via, dandolo per scomparso.
Arianna da quel giorno si domandò: “Il bosco un giorno si animerà, gli alberi andranno a passeggio, le foglie voleranno per conto loro, i fiori parleranno? Forse è possibile, chissà…”

Matilde Massimi, Beatrice Rodontini, Andrea Maruzzi

I rami continuavano a spuntare ai lati tentando di afferrarli o li sferzavano con colpi simili a frustate. Alla fine, il gruppo riapparve nella radura del grande albero. Un’enorme pianta stava per cadere addosso ai due ragazzini, e proprio in quell’istante sentirono un suono che sembrava… una sveglia?Arianna aprì gli occhi e si alzò di scatto con il respiro affannato.
“Pietro! Nemmeno ti immagini che sogno ho fatto! Parlava di un bosco che ci rapiva…”
Pietro la interruppe gridando: “Anch’io ho fatto lo stesso sogno! Eravamo io e te e la mamma e il suo amico e sua moglie e poi due tizie che non conosco”“Sì, sicuramente era lo stesso sogno, ci sono troppe coincidenze. Mmmh, un po’ strano, non trovi?”
“Ragazzi, è pronta la colazione! Venite a tavola!” disse la madre dalla cucina “Mamma, arriviamo” esclamarono all’unisono Arianna e Pietro dalla loro camera.
“Proprio questa notte, nel grande bosco di Colleluco, un gigantesco albero secolare è caduto sopra a tre bungalow uccidendo un adulto e ferendo gravemente due ragazzini di nove e quattordici anni” disse il notiziario alla TV. Arianna e Pietro si guardarono con la coda dell’occhio.
“Il mio sogno. Uguale” Pensò Arianna.
“Predico il futuro!” Pensò invece più positivo Pietro.
“Mamma?” “Sì?” “Ho fatto un sogno uguale alle notizie che stanno dicendo alla TV. È una coincidenza secondo te?” “Ma sì tesoro, non è possibile che si avverino i tuoi sogni, né che tu preveda il futuro, non trovi?” Ma questo era solo quello che credeva la madre…
Finita la colazione i due ragazzi andarono in camera per finire di prepararsi e videro delle foglie che componevano una scritta: “ Non era solo un sogno…”