Un percorso di lettura e scrittura, con i ragazzi e le ragazze dell’Istituto Comprensivo Bossi di Busto Arsizio.
Sono partite dalla lettura di Villa Mannara di Laura Orsolini le classi di prima media, per lavorare poi in gruppi alla riscrittura del finale del romanzo.
Questi sono i lavori segnalati:
Gloria Paolino, Elena De Gregori, Liam Wijmans, Pietro Piroi – I A
Driss e Federico, dopo vari tentativi di richieste di aiuto, udirono una voce piuttosto familiare provenire dal di fuori del bunker: era il professor Brambilla! Appena lo riconobbero si sentirono al sicuro: “Meno male che ci ha sentiti prof, che fine avremmo fatto se non ci avesse trovato?!” dissero i ragazzi sollevati. Driss e Federico si domandarono perchè il prof si trovasse lì di notte.
“Ero qui vicino perchè ho una baracca accogliente nel bosco e la sera sono solito andare a guardare la luna piena. Venite, ve la mostro” rispose il prof Brambilla. Non fecero neanche in tempo ad entrare in quel posto, che il professore li rinchiuse dentro bloccando la serratura blindata.
“Aiuto!” gridarono Driss e Federico-.
“Quando tornerò porrò fine a questa storia” urlò Brambilla. I due ragazzi finirono nel panico: avevano braccia e gambe legate con una corda e la bocca tappata con lo scotch. Sara chiamò Giovanni per avere notizie dei ragazzi, ma nulla da fare, non li aveva ancora trovati e così, durante la telefonata, scoppiò in lacrime. Nel frattempo i ragazzi riuscirono a tagliare la corda con un rametto affilato dimenticato nella baracca e si tolsero lo scotch dalla bocca, urlando aiuto; udirono dei passi provenire dall’esterno, qualcuno si accostò alla porta per capire se ci fosse qualcuno. La persona sconosciuta riuscì ad aprire la porta e i ragazzi rimasero stupiti: era la professoressa di italiano tanto odiata.
“Ragazzi tutto a posto? Vi ho sentiti urlare dall’altra parte del bosco”.
“Ci ha rapiti il prof!” affermarono Driss e Federico.
“Vi porto in un posto sconosciuto qui vicino, sicuramente il professore vi starà ancora cercando”disse la prof con saggezza. Allora i ragazzi uscirono in fretta e salirono sull’auto della prof., partirono subito ma si accorsero di non essere soli: Brambilla aveva visto la scena e li stava inseguendo con la sua moto. Intanto il maresciallo continuava le sue ricerche oramai invano, quando improvvisamente ricevette una chiamata da un numero sconosciuto, Giovanni rispose immediatamente pensando che si trattasse della richiesta di un riscatto.
“Pronto?” rispose Giovanni.
“Ho trovato i ragazzi” disse la prof.
“Scusi ma lei chi è?” chiese Giovanni insospettito.
“Sono Margherita, la prof di italiano di Federico e Driss, li ho trovati in una baracca e ora li sto portando qui vicino all’ospedale abbandonato, ma non ci raggiunga ,qualcuno ci sta inseguendo”.
“Ora chiamo la centrale per avere rinforzi, in caso l’inseguitore sia armato, ma lei rimanga disponibile e ci aggiorni , rintracceremo poi la sua posizione”. La chiamata si concluse.
I ragazzi scesero dall’auto insieme alla prof e iniziarono a salire le scale per arrivare al piano più alto dell’edificio in rovina. Brambilla parcheggiò la vettura a fianco a quella della prof.
La professoressa si affacciò dalla finestra e vide la moto di Brambilla. “Svelti ragazzi, è qui”disse la prof preoccupata. Udirono un colpo improvviso di pistola, i ragazzi videro la prof in evidente difficoltà. Margherita prese il telefono e richiamò Giovanni. “Novità?” domandò il maresciallo.
“Sì, è armato e ci sta raggiungendo”.
“Ok attiveremo il piano della centrale: entreremo dal retro e vi raggiungeremo di soppiatto dalle spalle in modo tale da coglierlo impreparato”.
La prof e i ragazzi arrivarono all’ultimo piano: erano in trappola. C’erano solo 6 finestre, 3 davanti e 3 dietro più la porta da cui erano entrati. Dopo non molto udirono qualcuno salire le scale.
“Ragazzi fate silenzio e nascondetevi ci ha raggiunti” disse Margherita. I ragazzi e la prof si nascosero e Brambilla entrò nella stanza.
“Vi ho visti salire è inutile nascondersi, siete rinchiusi in 4 mura con me” affermò il prof con una voce da vero psicopatico.
I ragazzi sentivano di non poter fare nulla, ma avevano ancora gli zaini e Federico ebbe un’ idea; sentiva le auto avvicinarsi e sapeva che presto sarebbe arrivato Giovanni con il piano della centrale.
“Hey Driss, ho un piano” bisbigliò Federico al compagno.
“Spara!” disse Driss, cercando di rendersi utile.
“Se hai ancora quei sassolini per la fionda dammeli, li lancerò dall’altra parte della stanza per attirare l’attenzione e temporeggiare”. Driss trovò i sassolini e il loro piccolo piano ebbe inizio.
“Ma che state facendo? tornate a nascondervi e non fate rumore” affermò la professoressa allarmata. I ragazzi iniziarono a lanciare i sassolini dall’altra parte della stanza e il prof non ignorò il rumore. “Vi fate sentire, piuttosto fatevi avanti!”
Brambilla guardò in basso ,vide i sassolini sul pavimento e capì che era un inganno. Neanche il tempo di realizzare cosa stesse succedendo che il piano della squadra d’assalto ebbe inizio: ruppero le finestre alle spalle di Brambilla. “TUTTI GIU’!”gridò Giovanni.
Il prof prese la pistola , sparò un colpo a vuoto e cercò di scappare; al marsciallo venne spontaneo sparare ad una gamba di Brambilla per impedirli di fuggire. I ragazzi vennero fatti uscire e Giovanni si avvicinò a loro: “Qualsiasi cosa abbiate fatto per temporeggiare è stato perfetto, un solo secondo in più avrebbe mandato all’aria tutto il piano” si complimentò Giovanni. “Ah… dimenticavo grazie anche a lei professoressa Margherita, a quest’ora i ragazzi non sarebbero stati qui!” “Non c’è di che” rispose la prof orgogliosa.
“Ora uscite, accompagneranno il professore prima a curarsi poi in carcere. Avete fatto comunque un gran lavoro e siete stati molto coraggiosi; ah e per quanto riguarda te Driss tua madre ti aspetta sotto”. I ragazzi e la prof scesero e ai ragazzi vennero fatte delle foto per il giornale locale, che il giorno seguente avrebbe riportato un articolo che iniziava così: due ragazzini di prima media sono sopravvissuti a un rapimento e a una sparatoria, il colpevole, il loro professore di tecnica, è stato poi arrestato. I complimenti vanno anche alla loro professoressa di italiano, che ha sentito le loro urla ed è stata poi in grado di portarli al sicuro e di mantenersi in contatto con le autorità…
Jennifer Terzi, Greta Amore, Alessandra Tanoh Yah, Anna Manna, Olivia Bettazzi – 1B
Al suono della campanella Federico si decise a raccontare tutto quello che lui e Driss sapevano sulla scomparsa della vecchia.
Il ragazzo si avvicinò al professore. «Dimmi» disse a Federico. «Volevo dirle che io e Driss stiamo indagando sulla sparizione della vecchia signora scomparsa quasi una settimana fa.» Il professore lo interruppe: «Perché mi dici ciò?» e Federico continuò: «Le stiamo raccontando questo perché ci fidiamo di lei e, con il suo aiuto e con quello di Giovanni, maresciallo dei carabinieri, abbiamo qualche speranza di ritrovare la vecchia signora.»
Federico raggiunse Driss in cortile e lo informò della discussione con il professore. Tornato a casa raccontò tutto anche a Giovanni e ricevette la sua collaborazione; la sera stessa loro quattro si sarebbero incontrati al Maracanà per intrufolarsi nella villa. Qualche ora dopo Sara aprì la porta di casa, appese la borsa sull’appendiabiti e liberò i piedi doloranti dalla morsa delle scarpe con il tacco.
«Che profumino!» Sara si diresse in cucina; vide Giovanni ai fornelli, ma rimase ancor più stupita perché vide il figlio apparecchiare la tavola, per la prima volta, di sua spontanea volontà. Sara si avvicinò a Federico, «Quindi? cosa vuoi chiedermi?» «Niente» rispose Federico.
«Allora perché stai apparecchiando la tavola?» Lui ribatté «Perché… Va bene, hai vinto, io e Giovani, questa sera, volevamo andare al cinema.»Sara chiese a Federico: «Di che film si tratta?» Federico rispose «Si tratta di un film d’azione.»
Poco più tardi, dalla cucina, spuntò Giovanni, con in mano una pentola contenente gustosi spaghetti al ragù. «È pronto!» gridò.
Finalmente tutti insieme, si riunirono a tavola per gustare la cena. Durante il pasto, Sara riempì Giovanni di domande: «A che ora uscite? Quanto dura il film? In cosa consiste? A che ora tornate?»
Giovanni rimase sorpreso da tutte quelle domande, poi rispose: «Usciremo di casa tra circa mezz’ora, il film durerà circa tre ore e mezzo e si tratta di un film…» Federico lo interruppe: «è un film d’azione.»Mezz’ora dopo Federico e Giovanni uscirono di casa per raggiungere Driss e il professore al Maracanà. Dopo essersi ritrovati, loro quattro, si diressero verso la Villa Mannara. Controllarono che la casa fosse vuota: esaminarono il giardino e non videro nulla, controllarono le finestre e anche lì niente. Forzarono la serratura della villa e, cautamente, entrarono nella casa. Era tutto buio, c’erano soltanto poche candele ad illuminarla. Nella parete accanto alle scale c’erano diversi quadri di uomini e donne del passato: molto inquietanti! Il professore notò una scala che portava al piano di sotto. Giovanni tirò fuori l’arma, che aveva sempre con sé, e controllò che fosse libero, a quel punto fece scendere i due ragazzi e il prof. Brambilla. Alla fine della scalinata si ritrovarono in un gigantesco locale tutto buio.
«È tutto buio, accendete una luce!» gridò Driss. In quel momento Federico si ricordò di avere con sé la sua mini-torcia, poi tranquillizzò l’amico dicendogli di avere con sé la propria torcetta. La accese e tutti si accorsero di essere finiti nelle cucine della villa. Insieme si misero ad osservare accuratamente ogni minimo dettaglio delle cucine, per trovare degli indizi sul rapimento della vecchietta. Il professore trovò un passaggio che portava attraverso un muro: «ragazzi!… venite a vedere cosa ho trovato!»Federico, Driss e Giovanni raggiunsero di corsa il professor Brambilla. Dopo essersi radunati e aver osservato il passaggio, con occhi imbevuti di paura, Driss propose di attraversarlo. A sentir questo Giovanni disse: «d’accordo, però fate entrare prima me». Allora tirò fuori l’arma e attraversò il passaggio misterioso; gli altri fecero lo stesso. C’era soltanto uno spiraglio di luce e si sentiva un forte odore di muffa, poi all’improvviso la porta alle loro spalle si chiuse.
«E ora come faremo ad uscire di qui?» disse Driss spaventato.
«Stai tranquillo, troveremo un modo» rispose Giovanni rassicurante. Qualche minuto dopo, udirono diversi ululati e videro un’ombra correre in lontananza.
«Eccola, la rapitrice!» gridarono in coro. La rincorsero per un lungo tunnel ma, dopo essere usciti dalla galleria, persero di vista l’ombra e si ritrovarono faccia a faccia con un lupo feroce. Federico, spaventato, gli lanciò una pietra. Di conseguenza il lupo lo attaccò mordendolo al braccio, poi scappò. «Oh! Il mio braccio!» Gridò Federico.
Giovanni corse a soccorrerlo, chiamò la polizia e l’ambulanza e ordinò agli altri di andare a cercare la vecchietta. Dopo una lunga camminata il professore e Driss si fermarono a riposare.
«Guardi laggiù!» disse il ragazzo.
Avvistarono una capanna, la raggiunsero e sfondarono la porta. All’interno trovarono la vecchia signora legata ad una sedia. La slegarono, il battito era debole ma c’era. Nel frattempo era arrivata l’ambulanza, chiamata dal professore per soccorrerli, e anche Giovanni finalmente li trovò.
«Come sta Federico?» dissero spaventati.
«Abbastanza bene. Ora i medici lo stanno curando.»
La vecchia signora intanto venne portata in ospedale con prognosi riservata. Finalmente tutti si erano riuniti. Il professore però si ricordò dell’ombra che avevano visto nel tunnel, quindi mandò delle pattuglie nel bosco. Mezz’ora dopo tornarono con la rapitrice, che si scoprì essere la madre del Brambilla. Lei aveva rapito la madre della fidanzata del professore perché, se l’avesse eliminata, la fidanzata del Brambilla sarebbe andata a convivere con lui, in questo modo non avrebbe più visto il figlio triste. Lui, sconvolto, non riuscì ad aprire bocca e guardò la madre andarsene con la polizia. Finalmente il caso era risolto e loro quattro finirono in prima pagina sul quotidiano Prealpina. Da quel momento sono ricordati come gli eroi del caso della vecchietta scomparsa.
Ginevra Cella, Michelle Dedi,
Adele Verga – 1E
Federico e Driss caddero all’interno della buca scavata nel giardino della villa e dopo essere ruzzolati in una specie di tunnel di metallo, si trovarono nella stanza di un edificio sotterraneo. C’era puzza di marcio, i ragazzi tremavano dalla paura, erano terrorizzati; in qualsiasi direzione guardassero vedevano solo oscurità e sentivano dei passi provenienti dall’esterno della stanza. I due ragazzi per sentirsi meno preoccupati si tenevano per mano ed iniziarono a confortarsi a vicenda: <<Driss stai bene?>> disse Federico <<No, perdo sangue dalla gamba e ho dei dolori molto fitti>> rispose Driss.
Poi, improvvisamente, un forte rumore proveniente dall’alto spaventò i due ragazzi, questo rumore fu seguito da due diverse voci che litigavano in modo violento e misterioso. Federico aiutò Driss ad alzarsi e i due si nascosero in un vecchio armadio, mentre erano nascosti nell’armadio la porta della stanza si spalancò e i ragazzi videro entrare la strega che prese da una scatola un coltello appuntito e uscì di fretta.
<<Fede quella strega con quel coltello taglia il corpo delle sue vittime e si mangia le parti più succulenti>> disse Driss. <<Fede non riesco più a muovere la gamba!>> aggiunse.
<<Tieni duro amico mio ti riporto fuori dalla villa>> esclamò Federico, <<E come pensi di fare? Ti ricordo che siamo caduti dentro una fossa in un giardino pieno di buche!>>
<<Fidati di me, ce la faremo!>> Federico disse questa frase solo per incoraggiare l’amico, ma nella sua mente nemmeno lui credeva che ce l’avrebbero fatta, però cosa gli costava provarci? Federico iniziò a perlustrare la stanza e trovò un condotto d’aria che portava verso il buco nel quale erano caduti. Era in grado di risalire un condotto d’aria perchè glielo aveva insegnato suo padre, però il problema restava la gamba di Driss, che da solo non sarebbe mai riuscito a risalire il condotto. A Federico venne in mente che se fosse riuscito, con qualcosa, a legare l’amico a sé, l’avrebbe potuto trascinare e piano piano sarebbero riusciti a risalire per il condotto. Andò a cercare qualcosa, per legare Driss a sé, nella scatola da cui la vecchietta aveva estratto il coltello appuntito, trovò una fune simile a quelle che si usano per le arrampicate. Si legarono insieme e cominciarono a risalire il condotto e senza alcuna difficoltà riuscirono ad arrivare nel giardino della villa; Federico riportò Driss nel posto in cui avevano nascosto le bici e lo fece stendere per terra, lo aiutò a medicare la ferita con dell’acqua e una maglietta che avevano portato in più, per le eventuali emergenze.
<<Driss ora stai meglio?>> chiese Federico all’amico.
<<Sì ora mi sento molto meglio, ma non sono sicuro di riuscire a pedalare fino a casa>> rispose Driss.
<<Stai tranquillo avrai molto tempo per riprenderti, intanto io entrerò di nuovo nella villa e smaschererò la strega fantasma!>> esclamò Federico con orgoglio.
<<Ma sei impazzito?>> urlò Driss <<Se rientri in quella casa la strega ti ucciderà!>> Driss era preoccupatissimo.
Federico, senza nemmeno ascoltare le parole dell’amico, si voltò ed iniziò ad incamminarsi verso la villa. Driss, disperato, si sedette ed iniziò a pregare Allah chiedendogli di aiutare Federico. Intanto Federico era entrato all’interno della villa passando da una porta sul retro della casa che aveva rivisto più e più volte nei suoi sogni premonitori. Si ritrovò in una grande stanza buia e con una sola finestra; Federico era molto impaurito e gli tremavano le mani; ad un certo punto sentì due voci provenienti dall’esterno della stanza, erano le stesse che aveva sentito prima all’interno della buca; era terrorizzato, così preso dalla paura si nascose dietro un armadio pentendosi della scelta fatta, voleva tornare da Driss, ma non sapeva come. Dopo pochi minuti, entrarono due persone, erano la vecchia strega e il professor Brambilla con in mano un coltello e una corda molto spessa, di certo stavano cercando lui e Driss. I due continuavano a dirsi parole incomprensibili fino a quando il professor Brambilla esclamò: <<Dove sono quei due insopportabili ragazzini?>>
Federico si fece coraggio ed uscì dal suo nascondiglio, iniziò a correre verso la porta, ma la strega lo fermò ed il professor Brambilla lo legò ad una sedia. <<Dov’è il tuo amico?>> chiese con un tono alto.
<<Non lo so, mi lasci andare, la prego!>> disse Federico urlando mentre si dimenava per cercare di liberarsi, ma la strega gli puntò il coltello alla gola alla ricerca di risposte. Visto che Federico non rispondeva alle insistenti domande dei due, ad un certo punto Brambilla decise di andare lui stesso a cercare Driss, mentre la vecchia sarebbe rimasta nella stanza per controllare che Federico non scappasse, ma appena la megera si allontanò un attimo da lui, egli sbirciò con la coda dell’occhio verso il giardino e vide una figura. Si trattava di Giovanni. Federico cercò di attirare la sua attenzione e ci riuscì. Giovanni si avvicinò al portone della villa e cercò di forzarlo, finché con un calcio riuscì ad aprirlo; una volta aperto il portone, armato di pistola si mise alla ricerca di Federico. Giovanni fece il giro di tutta la villa, temeva che il ragazzo fosse in pericolo; poi Giovanni vide Federico, entrò nella stanza in cui si trovava ed iniziò a slegarlo; dopo averlo liberato chiamò i soccorsi. Giovanni gli diede un forte abbraccio per rassicurarlo: <<Sei stato molto coraggioso Federico, Driss mi ha raccontato tutto della vostra brutta esperienza>>. Sul volto di Federico si stampò un sorriso, ma ad un certo punto si sentì una terza voce parlare nella stanza: <<Ma guarda un po’ chi abbiamo qui, il famosissimo maresciallo dei carabinieri Giovanni Milazzo>>, era la voce del professore. La vecchia strega passò il coltello al professore che si avvicinò sempre di più. Giovanni senza esitare tirò fuori la pistola e la puntò contro il professore.
<<Appena usciremo da qui ti porterò senza esitare nemmeno un secondo in carcere>> esclamò sicuro di sé il maresciallo.
<<Io non ne sarei così sicuro, come fai a sapere che uscirai vivo da qui?>> Dopo aver detto questo, il professore lanciò uno sguardo alla vecchia strega che tirò fuori anche lei la pistola. La vecchia puntò l’arma contro Federico e senza esitare premette il grilletto, Federico si abbassò per evitare il colpo, ma non si sentì nessuno sparo, il professore e la vecchia si guardarono increduli e la strega continuò a cercare di premere il grilletto, ma senza alcun risultato.
<<Qualcuno deve essersi dimenticato di ricaricare la pistola>> disse Giovanni prendendosi gioco dei due, <<Guardate alle vostre spalle, qualcuno è venuto a trovarci>> Giovanni indicò l’ingresso della stanza dove erano appena entrati i carabinieri. Il professore, spaventato provò a scappare, ma venne prontamente bloccato dai carabinieri. Federico vide Driss avvolto da una calda coperta, mentre sorseggiava dell’acqua da una bottiglia, si lanciò per abbracciarlo: <<Pensavo di non rivederti più!>> <<Anche io!>> rispose Driss un po’ commosso. Mentre i due si abbracciarono un carabiniere uscì dalla villa urlando: <<L’anziana! Ho trovato l’anziana scomparsa!>>
Tutti increduli si avvicinarono alla villa.
<<L’ho trovata mentre perquisivo la casa, era legata ad una sedia che si trovava all’interno della soffitta e con lei ho trovato anche un cane>>.
I due ragazzi si guardarono:<<Beh, se noi non fossimo mai entrati nella villa nessuno l’avrebbe mai trovata!>>. Si misero a ridere, nel mentre si avvicinò a loro una signorina: <<Posso farvi delle domande?>> <<Ehm non saprei…>> disse Federico. <<Certo!>> rispose Driss molto contento.<<Siete voi i due eroi della situazione?>>
Driss rispose ancor prima che Federico potesse aprire bocca: <<In realtà, io ho solamente chiamato il maresciallo>> disse Driss, <<È tutto merito di Giovanni e Federico, se non ci fossero stati loro probabilmente sarei già morto>>.
<<Siete stati molto coraggiosi ragazzi, è merito vostro se abbiamo risolto questo caso>> aggiunse un carabiniere.
<<Sì, in effetti siamo noi due gli eroi, Viper e Drago, due ragazzi che sono riusciti a scappare a due assassini e anche a risolvere il caso della scomparsa di un’anziana signora!>>
Tutti, persino la giornalista scoppiarono a ridere. L’intervista durò ancora mezz’ora e poi la giornalista chiese: <<Questo cane di chi è?>> mentre il cane provò a leccarle la faccia. <<In realtà…>> disse Federico… <<È nostro>> aggiunse velocemente Giovanni rivolto con lo sguardo verso l’amico. Dopo poco arrivarono nel giardino della villa anche Sara e i genitori di Driss che abbracciarono forte i ragazzi.
<<Fede io vado a casa, ci vediamo domani a scuola>> disse Driss.
<<Ok, preparati domani a scuola saremo famosi!>> esclamò Federico.
La mattina seguente i due ragazzi vennero accompagnati a scuola dai propri genitori e appena entrarono restarono sbalorditi. L’atrio della scuola era pieno di cartelloni e striscioni per festeggiare i ragazzi e tutti andarono di persona a congratularsi con loro. Leggendo il quotidiano di quel giorno Federico venne a sapere che a seguito dell’interrogatorio fatto sia alla vecchia, madre del Brambilla, che al Brambilla, si era scoperto che i due avevano rapito la signora, perchè da giovane ella aveva avuto una relazione con il padre del Brambilla e visto che quest’ultimo aveva nascosto da qualche parte un tesoro pieno di gioielli, i due pensavano che lei sapesse dove fosse nascosto il tesoro, e volesse tenerselo tutto per sé. Da quel giorno Federico e Driss divennero famosi e continuarono ad andare ogni pomeriggio a giocare a calcio; Giovanni ebbe una promozione al lavoro e Sara era sempre più contenta del rapporto che si stava creando tra Federico e Giovanni.
Vittoria Lovecchio, Filippo Carbone, Keisi Shuli, Marta Durani – 1M
Capitolo 21
Non appena poggiò il piede avanti, la botola di legno marcio cedette. Driss fu inghiottito dal terreno e sparì dalla vista di Federico, che non ebbe il tempo di comprendere cosa stesse accadendo. Caddero uno dopo l’altro urlando, in un buco nero senza fine. Li fermò l’impatto con il suolo, che fece perdere loro i sensi. Appena si risvegliarono cercarono di togliersi la terra dagli indumenti. Finalmente riuscirono a vedere quello che c’era intorno a loro: era un luogo offuscato; le torce li avevano abbandonati da tempo; cercarono di alzarsi e iniziarono a perlustrare le pareti nel punto in cui erano caduti. Ad un certo punto videro una figura umana che sbarrò gli occhi improvvisamente. Driss cadde all’indietro scoprendo un passaggio segreto e, improvvisamente, dietro di loro si materializzò il prof. Brambilla che chiese: «Cosa ci fate qui?»
«Potrei farle la stessa domanda…» rispose Driss.
Il professore fece un passo verso di loro e Federico urlò: «SCAPPA!»
I due ragazzi corsero a perdifiato con il professore alle calcagna, fino a quando si girarono e videro il vuoto: il Brambilla non c’era più. Per un attimo si sentirono confortati. Quando si rigirarono videro di nuovo il professore che però non era più solo. Stremati corsero ancora fino ad arrivare ad un portone con chiave a volta. L’attraversarono, sopra di loro c’era una breccia. Confortati i due ragazzi gioirono ma appena provarono a saltare si accorsero che era troppo in alto per uscire.
«Moriremo» piagnucolò Driss. Federico per rassicurarlo gli disse: «Ce la faremo, adesso rilassati, troviamo un modo per uscire».
Subito dopo Driss esclamò «È QUI !!» e in quel preciso momento il prof. tolse la chiave: erano in trappola. Dopo poco una figura oscura li prese e li scaraventò in un furgone nero. Erano incapaci di urlare, per via dello scotch che gli copriva la bocca, ed entrambi sapevano che non sarebbero usciti vivi da lì. Dal retro del furgone sentivano una voce robotica parlare: «Per riavere i vostri figli dovrete pagare una somma di denaro di cui vi parlerò quando verrete in via Dante 1, siate ben visibili ed indossate una maglia rossa» disse il rapitore alle madri di Driss e Federico.
«Giovanni, uno sconosciuto mi ha detto che ha rapito Federico e il suo amico, che mi devo presentare in via Dante 1 e che mi parlerà della somma che dovrò dargli per riavere mio figlio» disse al telefono Sara disperata. «Non ti devi preoccupare, me ne occupo io. Tu rimani a casa» rispose riattaccando la chiamata Giovanni.
Con il passo più silenzioso che aveva imparato a tenere, corse scaltro tra gli alberi della foresta fino a quando non intravide un furgone nero. Corse fino al veicolo come non aveva mai corso, ma purtroppo, il rapitore lo vide e partì in quarta, i ragazzi si spaventarono a morte e iniziarono a gridare. Intanto Giovanni prese il numero di targa: «Stazione, mi ricevete? Seguite il numero di targa VK211FM, RIPETO VK211FM, passo e chiudo».
Alla velocità della luce, sette macchine dell’arma dei carabinieri accesero le sirene e partirono alla ricerca del veicolo. Poco dopo accerchiarono il furgone, scesero dalle auto e puntarono la pistola contro il rapitore, non aveva via di scampo, allora con un gesto veloce scese dal furgone e, malgrado i tentativi di fuggire, fu preso dai carabinieri, ammanettato e accompagnato nei sedili posteriori dell’auto.
Capitolo 22
Nel frattempo Giovanni fece scendere i ragazzi e li liberò da tutto lo scotch che li intrappolava. Avevano molte cose da raccontare ma la prima cosa che dissero contemporaneamente fu: «IL PROF è NEL BUNKER!!» Giovanni e i due amici corsero fino al bunker, entrarono velocemente e davanti ai loro occhi, videro cose che non avrebbero mai voluto vedere: due figure umane schiacciate dalle macerie della porta. Erano il prof. e la vecchia scomparsa. Giovanni si affrettò a controllare il battito ed esclamò: «mi dispiace».
Il maresciallo, Driss e Federico li estrassero dalle macerie. Chiamarono l’ambulanza, che arrivò in ritardo. Quando arrivò era troppo tardi per salvarli. Nel frattempo arrivarono una fotografa professionista, una giornalista della Prealpina e due dipendenti del TGQ che si chiamavano, rispettivamente, Keisi Shuli, Vittoria Lovecchio, Mario Filippo Carbone e Marta Durani. Approfittarono per fare delle domande ai testimoni.
Articolo di giornale della Prealpina ( prima pagina )
Si chiamano Federico e Driss, due ragazzini di undici anni che sono stati rapiti da colui che si è rivelato Paride Dedi, il padre di Driss Dedi con precedenti penali, nonché complice del professore di educazione tecnica dei due ragazzi che purtroppo non ce l’ha fatta. Paride Dedi è attualmente in tribunale per essere gudicato. I due bambini hanno aiutato i carabinieri a scovare informazioni estremamente importanti sul bunker della nostra città riguardante la seconda guerra mondiale. Insieme al professor Brambilla è stata anche ritrovata l’anziana scomparsa, caso su cui i carabinieri stavano lavorando da quasi più di due settimane. Nessuno dei conoscenti del professore si sarebbe mai aspettato una cosa del genere da lui, poichè lo hanno descritto come una persona mite, allegra e sempre pronta ad aiutare chi è in difficoltà. Al contrario, Paride Dedi è stato descritto come una persona chiusa in sé stessa da quando si è trasferito qui nella nostra cittadina più di undici anni fa. Si suppone che abbia rapito suo figlio e l’amico perchè la sua condizione economica stava peggiorando drasticamente. Questa sera avremo una testimonianza DEI DUE AMICI in diretta dal TGQ. Per ulteriori informazioni consultate l’applicazione della “Prealpina”.